Come si dice musica in russo?

 

Con l’Orchestra dell’Accademia in tournée tra Lussemburgo, Austria, Germania e Londra, il palco della Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica è stato occupato dalla Filarmonica di San Pietroburgo, diretta da Yuri Temirkanov, un beniamino del pubblico romano. Il direttore russo è Direttore onorario dell’Orchestra di Santa Cecilia, e in Italia è di casa, essendo anche Direttore musicale del Regio di Parma. A Roma si è esibito alla testa del complesso di cui è Direttore a vita.

Dalla Russia con ardore

Tutto russo il programma, con Čajkovskij e Prokofiev. Per l’Orchestra di San Pietroburgo, fondata nel 1882 è la più antica di Russia, si tratta di pane quotidiano. Disposizione con i violoncelli e le viole dopo i primi violini, e i secondi violini opposti; i corni all’estrema destra guardando il palco. Stranamente “piatta” la dislocazione, con gli ottoni poco visibili dalla platea. Il ghiaccio è stato rotto con la Polka dall’Evgenij Onegin di Čajkovskij; brano famosissimo e trascinante, il complesso pietroburghese lo ha affrontato con un organico oceanico: 18 primi violini, 12 violoncelli e 10 contrabbassi. Temirkanov ha condotto i suoi musicisti su un ritmo sostenuto, ben adatto a questa musica da ballo inserita nell’opera del compositore russo. Di questo direttore, sempre presente nei programmi ceciliani, ricordo un’entusiasmante Quinta di Čajkovskij. Con Temirkanov si va sempre sul sicuro: allievo del grande didatta Ilya Musin, collaboratore e successore di Evgenij Mravinskij, leggendario direttore della Filarmonica per mezzo secolo, fa parte della grande tradizione delle “bacchette” russe, anche se la bacchetta non la usa…

 

Sempre di Čajkovskij, la prima parte del programma comprendeva anche il Concerto per violino, solista Sayaka Shoji, anche lei molto legata all’Italia, avendoci abitato da bambina ed essendo poi tornata per studiare all’Accademia Chigiana di Siena. L’organico orchestrale è stato opportunamente ridotto, tanto che i contrabbassi erano quattro e i primi violini dodici. La violinista giapponese è interprete raffinata e di grande capacità tecnica; Vincitrice del Concorso Paganini nel 1999, suona lo Stradivari “Récamier” del 1729, leggermente più grande dello standard, tanto da sembrare enorme nelle mani della minuta concertista. Il suono dello strumento è particolarmente caldo, quasi da viola, ben adatto al concerto di Čajkovskij, tra le punte di diamante del repertorio romantico del violino. L’esecuzione è stata ricca di sfumature, sia nella parte solistica sia in quella orchestrale. Shoji ha messo in evidenza tutta la sua capacità di interprete, prendendo di petto le asperità tecniche, rendendo in modo brillante l’allegro iniziale e il rondò finale, e facendo cantare il suo Stradivari nel movimento centrale. L’orchestra ha messo in evidenza prime parti di valore assoluto, come il flauto che interviene dopo la cadenza del primo movimento, o clarinetto e oboe che dialogano ripetutamente.

 

La seconda parte del concerto era occupata dalla Quinta Sinfonia di Prokofiev. L’organico è tornato a essere imponente, con l’aggiunta delle arpe e del pianoforte, oltre che di un nutrito apparato di percussioni, come tipico della produzione sinfonica novecentesca. Composta nel 1944, è articolata in quattro movimenti: Andante; Allegro marcato; Adagio; Allegro giocoso. È una partitura molto densa, piena di sbalzi ritmici e dinamici, che impegna tutta la compagine orchestrale. I musicisti di San Pietroburgo hanno risposto in modo perfetto alle intenzioni del direttore, che li ha guidati col suo gesto parco e morbido. Classe 1938, Temirkanov non ha più l’energia e l’elasticità di prima, ma le sue mani e le sue braccia disegnano le sue idee con grande efficacia. Si è ascoltato un Prokofiev dai mille colori, ben messi in risalto dalla Filarmonica, che ha sfoggiato archi compatti e dal suono precisissimo, legni duttili e ottoni sfavillanti, oltre a percussionisti precisissimi. Grande il successo di pubblico, sempre molto affettuoso con Temirkanov.

Venerdì 17 maggio 2019, ore 20,30

Auditorium Parco della Musica, Sala Santa Cecilia

Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo

Yuri Temirkanov direttore

Sayaka Shoji violino

Čajkovskij Polonaise da Evgenij Onegin

            Concerto per violino

Prokofiev Sinfonia n.5

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