Divenuto strumento principe con i romantici, il pianoforte è stato protagonista di un’evoluzione che è ben lungi dall’esser terminata. Ne sono prova due concerti ravvicinati che lo hanno visto protagonista, in modi davvero diversi. Ho scoperto la Fondazione Isabella Scelsi, in una magnifica strada romana con affaccio sui Fori Imperiali, dimora di Giacinto, che alla sorella la intitolò; a trent’anni dalla morte del compositore, l’istituzione che ne promuove la musica ha presentato le sue prossime attività e organizzato un concerto. La sera successiva, la stagione dell’Istituzione Universitaria dei Concerti ha proposto Orazio Sciortino in un recital dal titolo accattivante “Rossini allo specchio”.
Scelsi e il pianoforte preparato
Nonostante la sua vita umbratile e la fama tardiva, Giacinto Scelsi è figura di spicco del Novecento. Studi a Vienna con un allievo di Arnold Schönberg, importatore della dodecafonia in Italia, cultore del misticismo orientale, punto di riferimento per il gruppo Nuova Consonanza, “maestro” di Frederic Rzewsi (che attendiamo alla stagione della IUC), il compositore nativo di Arcola ma romano di adozione (invero cittadino del mondo) è difficilmente etichettabile. Formidabile improvvisatore al pianoforte, non aveva il culto della musica scritta, lavoro che lasciava ai collaboratori. L’impatto del suo lavoro sul suono è ancora tutto da valutare, compito di cui si fa carico la Fondazione con sede nella bellissima via San Teodoro nella Capitale.
Lunedì 19 sono andato alla presentazione delle attività della Fondazione in occasione del trentennale della morte. In coda, un interessantissimo concerto sul pianoforte di Scelsi, suonato da Raffaella Ronchi, che del compositore ha proposto “Shésha – Shàyì Vishnu” e “Krishna – Avatàra” da Quattro Illustrazioni sulle Metamorfosi di Vishnù, una dei lavori più conosciuti.
Ronchi ha trattato il pianoforte come strumento totale, pizzicando direttamente le corde, facendovi scorrere glissando a mo’ di arpa, inserendo fogli di carta sulle corde, usando bicchieri per ottenere suoni distorti.
I due pezzi di Scelsi sono stati incorniciati da brani di George Crumb, cui Ronchi e il soprano Maria Elena Romanazzi hanno l’album Portrait, appena uscito per l’etichetta L&C. Sono stati eseguite le Three early songs e Apparitions, cui la cantante ha prestato la sua voce pulita e ben sostenuta dal fiato, soprattutto nelle difficili figurazioni richieste dalla scrittura del compositore americano (che tra gli allievi ha avuto Osvaldo Golijov, che abbiamo citato a proposito di John Adams). Ronchi ha suonato un estratto da Makrokosmos, la raccolta per pianoforte più famosa di Crumb; anche qui, grande partecipazione della musicista, che ha ricevuto gli applausi del piccolo pubblico accolto in quella che fu la casa di Giacinto Scelsi. Prossimo appuntamento l’8 gennaio con Agnese Toniutti.
Sciortino e il pianoforte classico
Alla Sapienza, il pianista di Siracusa ha proposto un viaggio suggestivo che copre più di centottant’anni di letteratura per lo strumento. Ha aperto il concerto Les Soirées de Nazelles di Francis Poulenc, composto nel 1936 durante un soggiorno vacanziero nella cittadina della Valle della Loira. Sciortino ha snocciolato gli undici brani della composizione con brillantezza, sottolineando il carattere bifronte di ognuno. A chiudere la prima parte due pezzi dai Péchés de vieillesse di Rossini: “Prélude inoffensif” e “Un cauchemar”. La presentazione dei peccati rossiniani è opera meritoria; Sciortino – che intrattiene l’uditorio anche spiegando le ragioni del recital – sostiene con forza le ragioni dell’importanza della produzione pianistica del compositore di cui ricorrono i centocinquant’anni dalla morte. In effetti, da ascoltatore dilettante non si può non notare la novità della scrittura pianistica rossiniana: quasi non sembra di ascoltare l’autore del Barbiere di Siviglia (quello del Guillaume Tell forse…).
La seconda parte è stata aperta dalla prima esecuzione assoluta di Quasi un Valzer, breve brano dedicato a Sciortino dal coetaneo (entrambi sono del 1984) Fabio Massimo Capogrosso; si tratta di una composizione del 2017 dal carattere molto delicato a giocata quasi interamente sul registro acuto della tastiera. Capogrosso è un compositore interessante dalla solida preparazione, che vanta già un cospicuo catalogo di musica da camera e sinfonica. Dall’oggi, poi, Sciortino ci ha portato indietro ai primi anni Trenta dell’Ottocento, con i Papillons di Schumann, seguiti dal Carnaval, uno dei punti più alti del pianoforte romantico. Come l’esecutore ha spiegato, si è trattato di un viaggio nel segno delle maschere, presenti anche in filigrana in tutti i brani proposti. Come le Soirées di Poulenc, anche il Carnaval schumanniano inizia con un Prélude, e un Prélude è anche il primo péché di Rossini. Anche il valzer è stato un filo conduttore della serata, presente qua e la in tutti brani. Sciortino sfoggia una tecnica sicura che lo sostiene in un’interpretazione ricca di sfumature; la pienezza di suono è quella giusta e le dinamiche sono ricche. Queste caratteristiche, unite a quelle di compositore, ne fanno una presenza ormai affermata sulla scena pianistica italiana e non solo. Come bis, Sciortino ha eseguito la sua trascrizione del Wiegenlied, la ninna nanna di Richard Strauss (op.41 n.1).
Lunedì 19 novembre
Fondazione Isabella Scelsi, Roma
George Crumb
Three early songs (1947) for soprano and piano:
Night (testo di Robert Southey)
Let It Be Forgotten (testo di Sara Teasdale)
Wind Elegy (testo di Sara Teasdale)
Makrokosmos (volume II) (1974) for piano
Giacinto Scelsi
Da Quattro Illustrazioni sulle Metamorfosi di Vishnù (1953) for piano solo
Shésha – Shàyì Vishnu
Krishna – Avatàra
George Crumb
Apparition (1979) elegiac songs and vocalises for soprano and piano
su testi tratti da “When Lilacs Last in the Dooryard Bloom’d” di Walt Whitman (1865)
Maria Elena Romanazzi soprano
Raffaella Ronchi pianoforte
Martedì 20 novembre
“Sapienza” Università di Roma
Francis Poulenc Les soirées de Nazelles
Gioacchino Rossini Prélude inoffensif
Un cauchemar (da Péchés de vieillesse)
Fabio Massimo Capogrosso Quasi walzer (2017)*
Robert Schumann Papillons op. 2
Carnaval op. 9
* prima esecuzione assoluta
Orazio Sciortino pianoforte